“…com’è triste Venezia…”

Winston Churchill andava a teatro, e non lo faceva solo per le occasioni di rappresentanza, come da noi la prima della Scala, o il Concerto di Capodanno dalla Fenice, ma per proprio interesse e piacere culturale.


I politici di solito sono ignoranti, anche i ministri della cultura, a teatro e ai concerti non ci vanno, non ne hanno il minimo interesse, al massimo guardano il cinema in TV, ma mettono bocca e decidono sulle situazioni culturali per mettere le rispettive bandierine di potere, potere rappresentativo e anche, in qualche misura, economico.


Nulla di nuovo, col caso Venezi, ma molto più sfacciato di tanti altri casi. Comunque, della cultura non interessa a nessuno di coloro che al momento stanno decidendo.


La classe politica attuale rispecchia il suo elettorato: in tutti i partiti, il livello culturale è di basso profilo, schiacciato sulla grande comunicazione di mercato, senza conoscenze né interessi personali reali, in una concezione della cultura o come piacevole passatempo o come provvisorio biglietto da visita un po’ più snob per sentirsi e comunicarsi come gente “intelligente”.

Populismo di sostanza.

Viva i lavoratori dei teatri che protestano difendendo i valori professionali dei lavoratori dello spettacolo.

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