Non
Non al cielo azzurro ornato di nuvole bianche
Non alle stelle e alla luna nel nero profondo
Non al mare increspato dalla brezza estiva di sera
Non alla furia di libecciata invernale alla scogliera
Non al profilo di monte al tramonto
Non a castello e non a cattedrale
Non a via di mattoni colonne portali
A nulla di tutto il mondo mi confido
Nulla contiene la spinta a nulla di immenso
Ad alcuna meraviglia rivolge domanda
Ma al vuoto: si, il vuoto rimane
Che nel buio mi lascia in attesa
Del canto
E infine, prosciugato
Nel verbo.
Chi sei?
Chi sei?
All’acqua che bevo
Alla sedia che resta
Alla luce oltre la finestra
Al libro chiuso che aspetta
Alla mia mano che prende una tazza
Al mio ginocchio piegato
Alla porta che vedo di striscio
Al mio naso libero da occhiali
Allo spartito che tace
Alla giacca che aspetta l’armadio
Chi sei?
Cosí, di botto
Chi sei? senza preavviso
A un soprassalto sgomento
A un occhio sprofondato
Chi sei?
Come un sospiro
Che cerca uno specchio
Chi sei?
Chi sei?
Chi sei?
Io m’innamoro
Al cammino sulla spiaggia m’innamoro
Col sole in testa e il vento sulla schiena
E quando per tornare mi volto
Sul petto sul viso sulle cosce la sferzata
Mi spezza il fiato e del suo odore mi traspira
E mi rende la forza al mio ritorno
Respiro il vento contro.
Vivo lo sento forte sul corpo
E mare e spiaggia e cielo e sole
Dell’abbraccio col vento sono il letto.
Di chi ha negli occhi
E nel sorriso e nella voce
Tutto quel vento
E non lo sa,
Quando senza parole mi dice:
Sono di un mondo alieno
E di te non voglio fare a meno.
In verità io son a dire tutto questo
In quello specchio scompare tutto il resto.
Io m’innamoro.
Presenza (der Lindenbaum)
Presenza di ogni giorno mese anno età
Forte a lunghi passi, silente a balzi
Pesante da piegare le spalle
Da invecchiare il respiro.
Al pianto mi hai stretto per decadi ed ere
Prendendo fiato tra musica e fogli
Fino a cespugli di rose e al mio tiglio
Privo di fonte però, davanti alla porta.
Da un ampio molo proteso ti tuffi
Da un’erta boscosa senza stupide palme
A vivere mi lasci privato del lutto
Sciolta come vita e sale nel mare.
Dall’esserci e dal suo gesto forte
A camminare nel vento a passo svelto
E nel sole senza alcun sconcerto
In mezzo a tutto il resto ti saluto
Morte.
“Nur wer die Sehnsucht kennt…” “auf ewig wieder jung”
Solo chi conosce… Retorico e quindi vero
Solo la mancaza rimane
Che nel ripetersi la sua legge trova
Se verità esiste
E’ che nessuno conoscere potrebbe
Quel che non altri, ma egli stesso, ritrova
E pur non riconosce
Frante onde infinite del fraintendimento
Aggrappate a misteriosi rimandi ed echi
Delle impossibilità incatenate nel fatto
Istante eterno nella bianca veste
All’ultima vertigine solo il bianco resta
E il canto di anime diverse in questo specchio oscuro
Nei fuochi schiantati tra mancanza ed immenso
Solo suono
Sola voce
E in quella voce posso infine stare
Solo