In un pezzo di vita precedente mi sono dedicato al disegno e ho fatto dei quadri in tecnica mista, da completo autodidatta, sperimentando. Qui i lavori principali.
























É stata una quindicina d’anni, tra il 1990 e il 2005 circa. Era un canale espressivo che mi era stato chiuso da adolescente, che ho voluto riaprire da adulto, e che é andato esaurendosi quando la scrittura ha preso gradatamente il sopravvento, sempre al fianco della musica al pianoforte. Cose che vanno per la loro strada. Non ho nostalgia del disegno, perché ho usato le parole, la narrazione per descrivere e costruire figure, storie, emozioni, e mi sono trovato a farlo meglio, con maggiore profonditá e complessitá, oltre che con maggiore efficacia.
Non sono certamente lavori scontati. Le composizioni astratte precedono i nudi, cui mi sono accostato con circospezione, ma erano i nudi la mia meta fin dall’inizio.
Nudi complessi, erotismi spinti geometrizzati, come a esprimere veritá molto frequenti (ma oscurate dal senso del peccato che ci attanaglia anche dichiarandoci laici e liberi fino al midollo) geometrizzate alla ricerca di una quadratura aurea.
So esattamente di cosa parlo, a partire dalla mia tesi di laurea sulle proporzioni pitagorico-platoniche nel rinascimento.
Nella vita, le quadrature sono più difficili, la merda triviale invade in un attimo.