Apocalypse Now

Non dimenticherò mai le mie sensazioni quando ho visto questo film al cinema appena uscito.
Non ho mai voluto rivederlo in tv.
Non si può guardare in tv comodi in poltrona e distratti.

Un’opera in cui autore e protagonista rischiano la vita, e il deus ex machina l’ha già persa, ma dall’oltre-mondo dove si trova tira fuori il monologo piú devastante che attore abbia mai vissuto. Perchè da quando compare Brando, tutto è solo un suo monologo.

Un artista può solo morire nella sua opera. Dopo averla compiuta, non sarà piú lo stesso. Coppola e Sheen sono arrivati alla materializzazione estrema di questo processo, hanno prodotto i loro rispettivi capolavori assoluti, rischiando l’annientamento totale. Brando era già oltre l’annientamento, ed è stato il loro mentore in questo processo, doloroso e terribilmente pericoloso, ma meravigliosamente fruttifero.

Nel mio piccolo, nella mia minuscola esperienza, ho conosciuto questo processo, che per me è stato doloroso e pericoloso, ma fruttife

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